Guido Caselli
Direttore Ufficio Studi Unioncamere Emilia Romagna
“L’elettrocardiogramma di Reggio Emilia è praticamente piatto da oltre un decennio, e il valore della ricchezza creata nel 2012 sarà di entità analoga a quanto realizzato nel 1999. […] Serve un nuovo modello: non più un’economia gerarchica, con le grandi imprese che trainano le piccole, ma un’economia partecipativa, di comunità, una rete in cui persone e imprese devono entrare con le proprie ambizioni personali – che per le aziende può essere quella del massimo profitto – e, attraverso la loro realizzazione, contribuire al raggiungimento di una visione collettiva capace di mobilitare tutti i membri. […] Occorre puntare sul capitale distintivo di tecniche e conoscenze difficilmente imitabile, sulle caratteristiche uniche che determinano un vantaggio, spostando l’asse competitivo su terreni diversi dalla sola diminuzione dei costi o dall’inseguimento dei concorrenti sull’innovazione”.
Natalia Maramotti
Assessora alla Cura della Comunità, Comune di Reggio Emilia
“Per dare un giudizio sulle cose immateriali solitamente mi immagino di paragonarle con cose tratte tangibili: secondo questo gioco, paragono il marketing a un’architettura immateriale che dà sostegno alle idee esattamente come un capannone e un’architettura materiale ospitano e ordinano strumenti della produzione e persone che li governano. Mi pare che il marketing e la comunicazione siano fondamentali anche per l’azione amministrativa: del resto, l’ondata di riforme della Pa negli anni ’90 era tesa a favorire il più possibile l’integrazione, la collaborazione e la partecipazione attiva di cittadini e cittadine alle scelte ed alla vita pubblica”.
Simona Caselli
Presidente Legacoop Reggio Emilia
Riteniamo importante utilizzare ora e in futuro il marketing conoscitivo utile a determinare l’impatto economico e sociale del nostro sistema cooperativo. Siamo impegnati a misurare quanto l’associazione imprenditoriale fa relativamente ai propri portatori d’interesse e che ricaduta ha il sistema nei confronti dell’ambiente che lo circonda. L’approccio utilizzato riguarda un match di strumenti qualitativi, quantitativi comparativi, e tutto ciò permette di descrivere la nostra sia economica che sociale. Si può così descriverne le sue caratteristiche, evidenziarne i suoi punti i forza e di debolezza e vederne, tramite l’analisi dei dati ottenuti, anche appigli predittivi o comunque utili a stabilire e orientare quanto in futuro vorremmo realizzare. Tutto ciò deve avvenire nel rispetto del metodo di ricerca; nella determinazione d’indicatori validi e confrontabili longitudinalmente nel tempo; tramite il coinvolgimento della comunità osservata e il consenso della comunità circostante.
Nunzio Dallari
Presidente Cna Reggio Emilia
“Ci pare un’iniziativa importante per far comprendere alle imprese l’importanza del marketing nel fare impresa in un mercato sempre più globale e difficile. CNA è impegnata a favorire l’acquisizione di competenze agli imprenditori nella consapevolezza che oggi non basta più saper fare qualcosa bene per competere”.
Donatella Prampolini
Presidente Confcommercio Reggio Emilia
“Oggi quasi tutti i mercati sono da considerarsi maturi e ad alta intensità di concorrenza, per questo motivo sapersi vendere al meglio è diventato indispensabile. Senza un buon progetto di marketing si rischia un enorme dispendio di risorse in un momento in cui non ce lo possiamo permettere”.
Dario Domenichini
Presidente Confesercenti Reggio Emilia
“Marketing è la tensione ideale tra chi produce o vende e il cliente. In un periodo di scarse risorse , conoscenza, affinità e empatia col proprio mercato sono quanto mai indispensabili”.
Erio Luigi Munari
Presidente Lapam Confartigianato Modena-Reggio Emilia
“Gli imprenditori e le imprese non hanno più tempo. Non c’è tempo da perdere, la posta in gioco è troppo alta e attiene alla tenuta stessa del sistema produttivo, sociale e di welfare del nostro territorio. Non si tratta di catastrofismo, ma di prendere finalmente coscienza della realtà e di fare in fretta per salvare un modello che, nato nell’immediato secondo dopoguerra, ha fatto di questi territori (in particolare del distretto di Reggio Emilia e Modena) un’eccellenza non soltanto a livello italiano, ma europeo e mondiale. Parlare di ’made in Emilia’ non è uno slogan, ma un modello che, appunto, ci viene invidiato e copiato dal mondo intero. Purtroppo, se questo è stato compreso molto bene dagli imprenditori, che hanno fatto tanto e stanno facendo tanto per mantenere sul territorio lavoro, ricchezza e welfare, non lo stesso si può dire per chi deve fare le regole e le leggi. Ma, per l’appunto, non abbiamo più tempo e occorre agire in fretta. Tutti i livelli istituzionali, tutte le associazioni datoriali, tutta la cosiddetta società civile deve rendersi conto della situazione e fare uno scatto in avanti per uscire da questa situazione molto difficile. Non mancano le possibilità di reagire, non mancano imprenditori lungimiranti e dinamici, non mancano nemmeno politici che possono e devono dare un impulso forte per la crescita. Ma serve la volontà di fare davvero bene e in fretta”.
Carlo Bisi
Coach certificato, Carriere Italia
“Quando un processo decisionale è basato su dati oggettivi può essere insegnato – agevolando il processo di delega – ed è comprensibile a tutti i livelli più o meno direttamente coinvolti nelle conseguenze di quel processo. Ecco: mettere i propri collaboratori nelle condizioni di capire una determinata scelta significa mettere in moto una delle principali leve motivazionali degli individui. Un processo decisionale definito e chiaro e la disponibilità di dati oggettivi e completi, se non eliminano il rischio insito in qualsiasi decisione, lo riducono fortemente incrementando la partecipazione a obiettivi e strategie aziendali”.
Lorenzo Vezzani
Consulente operations, Inema
“Nella nostra prospettiva di consulenti di operations la conoscenza puntuale e oggettiva del mercato e dei clienti risulta un input fondamentale per qualsiasi progetto di sviluppo, senza la quale tali progetti sono destinati a portare risultati sub-ottimali o addirittura controproducenti. Il trasferimento della “voce del Cliente” lungo la Supply Chain è, pertanto, uno dei capisaldi di ogni approccio di miglioramento delle operations. Ovviamente vale anche il viceversa: lo sviluppo di iniziative commerciali e di marketing di successo non può prescindere da una approfondita conoscenza dei processi operativi”